Mercoledì
7 Maggio

Proiezione pomeridiana ore 17.00
Replica serale ore 21.00

Premio Oscar 2025 miglior documentario
Miglior documentario European Film Award 2024
Miglior documentario Festival di Berlino 2024


NO OTHER

Girato con telefoni cellulari e piccole telecamere da un collettivo di quattro registi, due palestinesi e due israeliani, pluripremiato a livello internazionale, documenta le violente azioni repressive perpetuate ai danni di una piccola comunità rurale, inerme, che nel corso degli anni ha trovato i modi per resistere, ricostruire, non reagire con la violenza, perché, - come dice una donna nel film -, «perché è la nostra terra», e «non abbiamo un altro posto dove andare». Le riprese, che si estendono tra l’estate del 2019 e l’ottobre 2023, sono ambientate a Masafer Yatta, un agglomerato di venti villaggi al confine sud della Cisgiordania, e si fermano poco prima del sanguinoso attacco di Hamas e della conseguente reazione israeliana, culminata nell’invasione della striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, ma hanno un grande valore retrospettivo coniugando memoria e documentazione allo scopo di creare condivisione in chi, lontano ed estraneo ai fatti, lo vede. Così, il primo ricordo di Basel Adra, che a Masafer Yatta è nato, è l’arresto di suo padre, mentre protestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, che di quel territorio sostiene di aver diritto di fare zona di addestramento militare. Una violenza, questa, che non si è mai attenuata, che va avanti da decenni, e che Adra e altri hanno iniziato a filmare autonomamente, a rischio della propria vita, per mostrare al resto del mondo l’ingiustizia e l’oppressione che continuano a subire. Si accumulano, nel film, testimonianze video strazianti e inequivocabili, alcune delle quali “rubate” dallo stesso Adra correndo con una camera in mano, mentre cerca al tempo stesso di schivare i proiettili. Riprese girate con il fiato corto, da chi sa di mettere a rischio la propria vita. Alle riprese delle demolizioni e delle incursioni militari, si alternano poi momenti di riflessione, situazioni domestiche, pasti condivisi, le pause prima di addormentarsi, sempre in allerta per una possibile incursione di mezzi cingolati e truppe armate. La capacità d’immedesimazione di chi sta dall’altra parte dello schermo fa tutto il resto. E’ infatti l’immedesimazione dello spettatore nel dramma narrato ciò in cui sperano i quattro registi, perché è solo con l’immedesimazione che il dramma narrato non rimane un fatto privato loro ma si estende alla consapevolezza dei più. Ed è proprio per accentuare questa immedesimazione, per evitare che le immagini che scorrono sullo schermo paiano ai più lontane, come accade con quelle che vediamo sul piccolo schermo, che nell’atrio della sala che ospiterà le proiezioni verranno collocate fotografie di grandi proporzioni che rievocano quegli stessi drammi, quella stessa sofferenza.