LA VITA
E NIET’ALTRO
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Il cinema è tante cose e, presentando le rassegne che si sono susseguite al Capitol nel corso degli anni, l’abbiamo più e più volte ripetuto. Talvolta, però, capita che quello che si vede sullo schermo, pur nella multiforme diversità degli stili e dei generi, non sia altro che uno specchio della vita che un po' tutti vivono. La vita e nient’altro è allora il titolo della presente rassegna, che si apre con il delizioso La gazza ladra di Robert Guediguian, cui fa s’guito l'intenso e bellissimo L’ultimo turno di Petra Volpe, film toccante su di una indomita infermiera. Due film che, da soli, sostanziano il titolo di cui sopra. Seguono due commedie, La famiglia Leroy di Florent Bernard e Casa in fiamme di Dani de la Orden, film entrambi divertenti su famiglie che scoppiano, la prima con garbo, la seconda con la casa che va a fuoco. Il film programmato mercoledì 5 novembre, Tutto quello che resta di te di Cherien Dabis, si discosta invece nettamente dalla commedia, anche solo per l’ambientazione, che è la martoriata terra di Palestina, ma ancor più che il dramma vissuto da quel popolo, che pure viene rievocato, è la storia narrata che strappa il cuore. Davvero un film bellissimo, con un finale che toglie il fiato. E’ virato su toni tristi anche il film successivo, Familiar Touch di Sarah Friedland, che narra il dramma di una donna che perde progressivamente la memoria e non riconosce più suo figlio. Comple-tano la rassegna tre altri film diversissimi, Balck Tea di Abderhamane Sissako, ambientato tra la Costa d’Avorio e la Cina, Bird di Andrea Arnold e L’attachement - La tenerezza di Carine Tardieu, che sono due film di cui non smetteremmo mai di parlare. Fuori dal percorso qui delineato si collocano due altri film, che abbiamo collocato in un segmento a parte, denominato Al cinema con il mondo, non perché non parlino della vita, ma perchè mettono a nudo più di altri i drammi insanabili che talvolta la lacerano, La voce di Hind Rajab di Kaouther Ben Hania e Un semplice incidente di Jafar Panahi. Il primo è stato il vincitore morale dell’ultimo Festival di Venezia, anche se ha vinto solo il Gran Premio della Giuria, il secondo ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes, il che la dice lunga sul valore di questi due film.
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Mercoledì
8 Ottobre
Maria, la solita Ariane Ascaride, moglie e musa del regista, è una badante servizievole e generosa, dedita al suo lavoro con gli anziani, che l’adorano. La sua precarietà economica, però, la spinge a compiere piccoli furti, sia per pagare le lezioni di pianoforte al nipote, sia per soddisfare suoi piccoli capricci, il che, alla fine, la mette nei guai. Al solito, un film delizioso e solidale, come tutti quelli diretti dal regista di Marsiglia. Nel cast, anche Jean-Pierre Darroussin, altra presenza ricorrente nel cinema di Robert Guédiguian.
Mercoledì
15 Ottobre
Flora (Leonie Benesch, la stessa interprete de La sala professori), è una giovane infermiere, abile e professionale, che si prende cura di tutti, come può. Cura i malati, certo, ma gli tiene anche compagnia, e quando muoiono se non c’è nessuno resta con loro. Un film toccante su di una eroina dei nostri tempi, militante ad un tempo umile e appassionata di un mestiere che non vuole più fare nessuno, l’infermiera. Al termine del film una didascalia avverte che nel 2030 in Svizzera mancheranno trenta mila infermieri.
Mercoledì
22 Ottobre
Una storia come tante. Sandrine (Charlotte Gainsbourg) è stanca, vuole separarsi. Il marito, però, la ama ancora e propone alla moglie e ai figli di passare un week-end assieme per ripercorrere i luoghi in cui è nato e cresciuto il loro amore. Forse è tardi, e forse è giusto così, ma se separazione deve essere che sia così, senza rancore, condividendo e facendo tesoro di quello che è stato.
Mercoledì
29 Ottobre
Il cinema è tante cose e, presentando le rassegne che si sono susseguite al Capitol nel corso degli anni, l’abbiamo più e più volte ripetuto. Talvolta, però, capita che quello che si vede sullo schermo, pur nella multiforme diversità degli stili e dei generi, non sia altro che uno specchio della vita che un po' tutti vivono. La vita e nient’altro è allora il titolo della presente rassegna, che si apre con il delizioso La gazza ladra di Robert Guediguian, cui fa s’guito l'intenso e bellissimo L’ultimo turno di Petra Volpe, film toccante su di una indomita infermier
Mercoledì
5 Novembre
Una storia famigliare narrata secondo una scansione in tre tappe; la prima ambientata nel 1948, la seconda nel 1978, la terza nel 1988. Siamo in Palestina, per cui non c’è bisogno di richiamare alcunchè, poiché chiunque è in grado di immaginare quale sia il dramma che segna, generazione dopo generazione, i membri della famiglia, dal nonno, al padre, fino al nipote. Un film potente, bellissimo, con un finale sorprendentemente pacificato, che dovrebbe servire da monito a chi, su fronti avversi, continua a guerreggiare senza sosta.
Mercoledì
12 Novembre
Una delicata e toccante rappresentazioni della vecchiaia, tra le più belle che si siano viste al cinema, che pure ci ha dato titoli rilevanti in proposito, a cominciare dal recente The Father di Florian Zeller, per il quale Anthony Hopkins ha vinto il suo secondo Oscar. Rispetto a quest’ultimo titolo, che metteva in scena il disagio di chi vive la malattia, il film della Friedlamd si limita alla rappresentazione esteriore del disagio della protagonista, disinteressandosi del tutto di quanto accade nella sua psiche. Il film, così, accosta con garbo lo spettatore al dramma di una donna che perde progressivamente la memoria e non riconosce più suo figlio.
Mercoledì
26 Novembre
Una giovane donna di colore lascia il suo paese natale, la Costa d’Avorio, per andare a vivere a Canton, in Cina, in un quartiere denominato “Chocolate City”, perché popolato da numerosi immigrati africani. Qui trova lavoro presso un colti-vatore e raffinato estimatore delle più diverse piante da the. Tra i due nasce progressivamente una intimità non priva di problemi. Il film segna il ritorno alla regia di Abderahmane Sussako, il regista del celebrato Timbuktu.
Mercoledì
10 Dicembre
Un film potente, bellissimo, su di una famiglia che più disfunzionale non potrebbe essere, con una figura misteriosa, una sorta di angelo laico, che appare dal nulla per aiutare la giovane protagonista a trovare la forza per cavarsi fuori da un buco che non le lascia speranza. Un film che coniuga il realismo sociale alla Ken Loach con l’incapacità della regista di lasciare a se stessa la giovane protagonista. Un film solidale, profondamente umano, ma privo di quelle “tracce di umanità” che i più rivendicano al solo scopo di sentirsi migliori.
Mercoledì
17 Dicembre
Davvero molto bello questo film che la regista francese Carine Tardieu ha tratto da L’intimité di Alice Fernei. Un film su quell’amore raro, che non è amore, ma che ti scalda il cuore. Sandra, la protagonista, una splendida e in gran parte inedita per te- nerezza e misura Valeria Bruni Tedeschi, è una donna libera ed emancipata, che si trova a dover “soccorrere” un vicino di casa rimasto prematuramente vedovo con due figli, uno appena nato, da crescere.