PASSO PASSO
SUL BUON USO DELLA LENTEZZA

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«Nel corso della mia vita ho incontrato non più di una o due persone che comprendessero l’arte del Camminare, ovvero di fare passeggiate – che avessero il genio, per così dire, del vagabondare: termine che si fa splendidamente derivare da “genti oziose che nel medioevo vagavano per il paese chiedendo l’elemosina, con il pretesto di recarsi à la Sainte Terre”, in Terra Santa [..] Alcuni, tuttavia, fanno derivare la parola da sans terre, senza terra o fissa dimora, il che [..] può significare non dimorare in nessun posto in particolare ma sentirsi ugualmente a casa dappertutto [..] Tuttavia io preferisco la prima derivazione [..] Infatti ogni cammino intrapreso è una sorta di crociata, predicata dal Pietro l’Eremita che è in noi, che ci spinge a uscire per riconquistare la Terra Santa», Henry David Thoreau, Camminare, 1850.

PRESENTAZIONE

Sempre più persone riservano spazio, nella loro vita, alla conquista di una maggiore consapevolezza di sé. E sono sempre di più le persone che, alla conquista di una maggiore consapevolezza di sé, si mettono sulle tracce degli antichi pellegrini. Ogni anno sono oltre duecentomila le persone che intraprendono il “Cammino di Santiago de Compostela”. Altre decine di migliaia percorrono invece la “Via Francigena”. Fatta la tara delle mode, il fenomeno è reale, e l’iniziativa promossa presso il Cinema Capitol tra il 20 marzo e il 19 di aprile, con cadenza settimanale, si propone di delimitarne i contorni. In programma film, presentazioni di libri, incontri con gli autori, approfondimento con esperti, naturalisti e guide turistiche.

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PROGRAMMA


Martedì 20 Marzo

ORE 21.00 - INGRESSO 5 EURO

PROIEZIONE DEL FILM

Le energie invisibili

di Luca Contieri
(Italia, 2017)

Serata promossa in collaborazione
con “Fiorenzuola in Movimento”


Introduce: Barbara Vascelli (guida turistica)
Interviene: Luca Contieri


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Da Milano a Roma lungo la Via Francigena. Ventisei giorni sul tracciato dell'antica via di pellegrinaggio alla scoperta di quelle “energie invisibili” che, nella distratta e frenetica vita quotidiana, vanno perdute. Il film è il racconto in prima persona di questo viaggio. Senza avere, almeno inizialmente, motivazioni di carattere spirituale, gli autori incontrano uomini e donne che, per le ragioni più disparate, hanno intrapreso come loro il cammino, mutando progressivamente la loro prospettiva. A muoverli è la volontà di riprendersi il proprio tempo in un mondo che, al contrario, va sempre più in di fretta. Così, se per andare da Milano a Roma, con il treno, oggi, ci vogliono solo tre ore, perché invece non fare l'opposto, ovvero metterci il più tempo possibile ? Questo lo spunto. Il resto è una scarpinata durata quasi un mese lungo una parte del cammino compiuto più di mille anni prima dal vescovo Sigerico, che sembra sia stato il primo a percorrere la Via Francigena da Canterbury a Roma. Sulle tracce di Sigerico i due autori, però, incontrano subito altri compagni di viaggio, e la prospettiva cambia.

La Via Francigena è parte di una rete di vie di “peregrinazione”, dette anche vie romee, che dall'Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano a Roma e da qui proseguivano verso Brindisi, dove c'erano i porti d'imbarco per la Terrasanta. Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell'apostolo Pietro, era nel Medioevo la via maggiormente battuta dai pellegrini insieme a quelli verso la Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questa ragione, dopo la riscoperta, avvenuta negli anni settanta, del Cammino di Santiago, è iniziato, seppur molto più lentamente, il recupero e la valorizzazione della Via Francigena, che ne1 1994 è stata dichiarata, al pari del Cammnino di Santiago, “Itinerario culturale del Consiglio d'Europa”. Dal 2001 l'Associazione Europea delle Vie Francigene coordina lo sviluppo e la valorizzazione di questo itinerario che, come era successo per il cammino spagnolo, giace in parte sotto l'asfalto delle autostrade e delle statali che, col tempo, hanno ricalcato il tracciato di quelle che erano state le strade principali del Medioevo e dell'età romana.


Martedì 27 Marzo

ORE 21.00 - INGRESSO 5 EURO

PROIEZIONE DEL FILM

Ritorno sui monti
naviganti


di Alessandro Schillitani
(Italia, 2017)

Interviene: Alessandro Scillitani

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A dieci anni da La leggenda dei Monti Naviganti, pluripremiato libro che ha contribuito alla riscoperta del viaggiare con lentezza, Paolo Rumiz, storico giornalista e scrittore triestino che ha scoperto i luoghi più suggestivi del Paese con passo lento e a velocità so-stenibile, è ritornato sui “Monti Naviganti”. Il risultato, è un docu-film di Alessandro Scillitani, Il Ritorno sui Monti Naviganti, che segue Rumiz muoversi dalla Lunigiana all’Ap-pennino Tosco-Emiliano, dal Cilento all’Irpinia fino all’Aspromonte. Lo scrittore, così,  ripercorre dopo dieci anni i luoghi della sua prima avventura sugli Appennini, scendendo lungo la dorsale insieme a un appassionato gruppo di compagni di viaggio, per capire cosa è rimasto uguale e cosa sta cambiando in quest’Italia Minore, lontana dall’attualità e dai racconti dei media. Un percorso antropologico e sociologico, muovendosi su mezzi lenti – a piedi, in bicicletta o a bordo di una Fiat Topolino – per selezionare gli incontri alla ricerca di quelle “piccole grandi vite” che in tempi di terremoti, dissesti idrogeologici, disoccupazione diffusa e crisi economica, cercano di dare il loro personale contributo al cambiamento, con semplicità, idee e voglia di fare. Tra scenari dove la desolazione si mescola a paesaggi di rara bellezza, si snoda un racconto corale e autentico, fatto di storie nascoste e straordinarie, che Paolo Rumiz raccoglie passo dopo passo, parlando con quelle persone che vogliono restare - o ritornare - e fare la differenza e che, pur nella difficoltà, rappresentano il motore sano per questi territori spesso dimenticati. Il film sarà presentato in sala dal regista, Alessandro Scillitani, che dal 2011 collabora con Paolo Rumiz e con il quale ha realizzato, tra gli altri, Dimore del vento (2011), L’albero tra le trincee (2013) e Via dell’Appia Antica (2015).


Giovedì 5 Aprile

ORE 21.00 - INGRESSO LIBERO

TAVOLA ROTONDA

Sul buon uso
della lentezza


Introduce: Massimiliano Morganti
(assessore alla cultura del
comune di Fiorenzuola d’Arda)


Intervengono: Sergio Efosi, Fausto Ferrari,
Luigi Ziotti, Paolo Menzani, Roberto Salini,
Stefano Pagani, Patrizia Bernazzani



FOTO LUNGA 1

FOTO LUNGA 2

Henry David Thoreasu l’autore di Walden, è nato, ha vissuto ed è morto a Condorcet, un piccolo paesino vicino Boston. In pratica, nei suoi quarantaquattro anni di vita, non si è quasi mai mosso di li. Come scrive lui stesso nelle prime pagine di Walden, però, ha «viaggiato molto a Concord» In effetti, per oltre metà della sua vita ha camminato molto, dalle tre alle quattro ore al giorno, tutti i giorni. Usciva di casa e camminava ogni giorno attraversando gli stessi campi, inoltrandosi negli stessi boschi .. Cosa cercava Thoreau passo dopo passo ritornando sempre, ogni giorno, sugli stessi passi ? E cosa cerca, oggi, chi abbandona le strade più battute e scorrevoli per perdersi nel verde e camminare lungo i sentieri ? Questo il tema della tavola rotonda che vedrà confrontarsi le esperienze più disparate lungo i sentieri e i boschi del piacentino. Assieme a naturalisti e camminatori instancabili, intervengono esponenti di associazioni attive nella tutela e valorizzazione del territorio e del tratto piacentino della Via Francigena.


Giovedì 12 Aprile

ORE 21.00 - INGRESSO 5 EURO

SECONDO NATURA

Le ricette del
vivere sano


Incontro con il Dottor
PIETRO MOZZI

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Sempre più persone riservano spazio, nella loro vita, alla conquista di una maggiore consapevolezza di sé, sia sotto il profilo della riconquista del proprio corpo, di una alimentazione più sana, sia sotto il profilo della ricerca interiore. Per molti versi, fatta la tara delle mode, si assiste ad una sorta di ribellione verso quella «vita specializzata» contro cui già si scagliava Thoreau per ritornare a percorrere sentieri meno standardizzati, anche solo percorrendo strade meno battute o, letteralmente, in terra battuta. C’è un recupero del “buon uso della lentezza”, del “vivere semplicemente”, delle semplici “passeggiate”, che sono i titoli di tre libri di Pierre Sansot, uno dei precursori, più recente di Thoreau, di questa nuova sensibilità. Il dottor. Mozzi, con i suoi libri, la sua vita alle Mogliazze, il suo impegno nel recupero dei borghi antichi e delle piccole chiese di montagna, si è ritagliato un percorso originale lungo questi sentieri al di fuori delle autostrade, sia fisiche che virtuali, della modernità. La serata gli offre la parola per spaziare a tutto campo sulle “ricette del vivere sano” e sul “vivere secondo natura”.

Il dottor Mozzi ama autodefinirsi “medico secondo natura”. La ragione di ciò risiede nel fatto che il suo metodo di cura non prevede l'uso di farmaci ma solo ciò che la natura gli mette a disposizione, e cioè acqua, terra, sole, piante, cibo. Alla base del suo lavoro, più che l’individuazione del rimedio, c'è la ricerca della causa della malattia, nella convinzione che la vera medicina preventiva non sia quella che cura ma quella che previene l’insorgere della patologia. Un libro di enorme successo, La dieta del dottor Mozzi (2012), cui hanno fatto seguito i due volumi de Le ricette del dottor. Mozzi, hanno fatto conosce le sue ricette del vivere sano ben al di fuori del piccolo borgo montano dove risiede. Tiene incontri frequentatissimi un po’ ovunque e ha partecipato a trasmissioni televisive nazionali come ”Porta a Porta”. Tecnicamente, i suoi insegnamenti si ispirano alla cosiddetta “dieta del gruppo sanguigno”, sviluppata originariamente da Peter d'Adamo, secondo la quale esiste una stretta relazione tra il gruppo sanguigno, l'alimentazione e le difese immunitarie.



Giovedì 19 Aprile

ORE 21.00 - INGRESSO 5 EURO
PROIEZIONE DEL FILM

Sei vie per Santiago

di Lydia B. Smith
(USA, 2015)

Serata promossa in collaborazione
con “Fiorenzuola in Movimento”


Introduce: Sami Tawfik (Project Manager “Associazione
Europea delle Via Francigene”)

Intervengono: Fausto Ferrari (camminatore)
Giuseppe “Leo” Lionelli (autore del libro “Santiago”)


SEI VIE PER SANTIAGO

Il “Cammino di Santiago de Compostela”, assieme alla Via Francigena, è uno dei più importanti cammini di “peregrinazione”. Compierlo non è impresa facile, eppure sono secoli che le genti di ogni dove lo percorrono e, negli ultimi anni, sono oltre duecentomila le persone che, ogni anno, lo intraprendono. Molti partono con una domanda nel cuore, perché percorrere oltre ottocento chilometri immersi nella natura e segnati dalla fatica sul percorso degli antichi pellegrini rende il confronto con se stessi inevitabile e, spesso, illuminante. Il film è il risultato del montaggio di oltre trecento ore di girato; il paesaggio, naturalmente, ha il suo spazio, ma è più il contesto che non il fine del documentario. Anche la pittoresca burocrazia dei timbri, il cibo e le messe, finiscono nelle riprese, ma è sulle persone incontrate lungo il cammino, sul loro vissuto, che si concentra la regista. Chi volesse ripercorrere con ben altro spirito lo stesso cammino potrebbe andarsi a rivedere La via lattea (1969) di Luis Bunuel, dove, a condurre i pellegrini lungo il cammino, è lo sguardo beffardo del grande regista spagnolo.

Santiago è il romanzo di un viaggio straordinario sul “cammino di Santiago”, fra coincidenze e amicizie, paesaggi suggestivi e incontri inaspettati. Propone una riflessione sulla solitudine, sulle relazioni umane, sul senso della fa-miglia esplorato nei dettagli più profondi. Porta alla scoperta del significato di essere un “pellegrino”, con o senza fede. Santiago racconta un pellegrinaggio a passo d'uomo attraverso i te-mi dell'amore, della tolleranza, del rapporto con la natura e della comprensione del diverso, che necessariamente richiede il superamento dello scoglio delle abitudini e dei pregiudizi più radicati. Ricco di indicazioni utili su tappe, ostelli, bar, ristoranti e luoghi di interesse per aspiranti pellegrini, Santiago racconta la storia di un uomo, artista in declino, abbandonato dalla compagna e afflitto dalla morte di Tiago, un fratello più che un cane, che lungo gli ottocento chilometri del cammino ritrova la forza e la volontà di rimettersi in gioco. Tanti sono gli incontri significativi, ma sono soprattutto l'amicizia con un uomo e il sentimento nei confronti di una donna a condurre l’uomo a un nuovo inizio.